E’ il secondo più grande deserto di sabbia del mondo ed il suo nome è tra l’epico e il sacro: il Quarto Vuoto.
Il Rub al-Khali copre un’area immensa: parliamo di 650.000 kmq! Se vogliamo rendere questo altissimo numero più comprensibile, basta immaginare che si tratta di quasi un quarto della totalità della Penisola Arabica.
Tra Arabia Saudita, Yemen, Emirati ed Oman, questo incredibile ecosistema evoca una storia antichissima e si veste di un’aura a tratti mitica. Allah, infatti, divise il mondo in quattro parti: il cielo infinito, la fertile terra e l’immenso mare. La quarta rimase vuota e fu il Rub al-Kali, il Quarto Vuoto.
Alcuni dei suoi remotissimi angoli restano ancora inesplorati, tuttavia se si vuole vivere un’avventura degna di un viaggio non convenzionale, si può optare per una pensione completa in campo tendato; con l’appoggio di esperti locali, si possono infatti trascorrere intere giornate a scoprire il vasto territorio del Rub al-Khali.
Praticamente disabitato, anche i locali che conoscono bene il territorio, si azzardano a rasentare soltanto i margini di questo incombente mare di sabbia. Tuttavia, lo spettacolo che offre è incredibile: dune più alte del Burj Al-Arab o della Tour Eiffel (300 mt) pare che vogliano raggiungere il cielo, indomite come gigantesche onde oceaniche.
Le temperature del Quarto Vuoto, specie nei punti più remoti, raggiungono quasi i 60° C! Nonostante ciò la vita, con la sua energia feroce, fiorisce. Non è raro trovare qui piante grasse delle forme più svariate e roditori che fanno capolino dai cantucci più improbabili.
Ma lo spettacolo più bello deve ancora venire: nel mezzo della notte, nel mezzo del deserto, la meravigliosa Via Lattea si apre agli occhi di viandanti e beduini, sgomberando per qualche lunghissimo istante la mente dai pensieri con la sua vigorosa potenza immaginifica.
La storia del Quarto Vuoto affonda le sue radici in tempi pre-islamici. Quasi 2000 anni fa le rotte erano floride e le carovane d’incenso lo percorrevano fino ad arrivare alla leggendaria città perduta di Ubar.
Chiamata anche la “Città d’Ottone” o “Iram dei Pilastri“, questo luogo è diventato mitico perché cercato senza sosta per secoli come un’Atlantide del deserto. L’allora re ed il misterioso popolo di giganti di Ad, infatti, sfidarono gli avvertimenti del profeta Hud, così Allah scatenò una tempesta di sabbia che inghiottì la città.
Questo velo fatto di fascino favolistico pone il Quarto Vuoto in una dimensione speciale – non per tutti – adatta a coloro che sono alla ricerca di un viaggio diverso, che connetta lo spirito alla natura e la persona al mondo. Ci vuole una sensibilità particolare per sentire certi luoghi e d’altro canto soltanto certi luoghi sono in grado di toccare delle corde particolari, non sulla pelle, ma conficcate dritte nella pancia delle persone.
Rub al-Kali è senza dubbio uno di questi.