Tra palme reali, sigari e campesinos
All’Avana sono le 9 in punto e il nostro autista Gustavo (puntualissimo, caratteristica molto insolita per i cubani) suona il campanello della nostra casa particular. Ci siamo, dopo cinque meravigliosi giorni trascorsi nella frenesia dell’Avana è tempo di avventurarci alla scoperta di quest’isola sorprendente.
Carichiamo i bagagli in auto e via, partiamo verso sud, direzione Viñales.
Impieghiamo più di mezz’ora per uscire dalla città, ma rimaniamo tutto il tempo incollati al finestrino per vedere i vari quartieri passare veloci davanti ai nostri occhi: Centro Habana, Vedado, Miramar, Playa, ognuno con il suo stile architettonico inconfondibile.
Entriamo in autopista e il paesaggio cambia letteralmente: abbandoniamo il traffico e lo smog per immergerci nella natura travolgente. Dimentichiamoci delle nostre spesso tristi e monotone autostrade che non sono altro che un susseguirsi di capannoni e industrie. Qui in autostrada si vede e si trova di tutto: persone in attesa di un bus o di un passaggio, cavalli sul ciglio della strada, coraggiosi venditori di cipolle o di polli allo spiedo che si sporgono sulla carreggiata appena sentono avvicinarsi un’auto.
Dopo un’ora di viaggio raggiungiamo Las Terrazas
area ecologica dichiarata Riserva della Biosfera dove dal 1968 il governo cubano ha iniziato un lungimirante programma di sviluppo ambientale e sostenibile che l’ha portata ad essere il miglior esempio di riforestazione del Sud America. Godere di questo sorprendente spettacolo naturale e conoscere la storia di questo progetto mi ha affascinato ed emozionato. Un Paese così controverso che per tanti motivi riteniamo (sbagliando) sottosviluppato avrebbe davvero tanto da insegnarci sulla preservazione dell’ambiente.
Dopo la sosta a Las Terrazas proseguiamo per circa un’ora per Soroa, dove si trova l’Orquideario de Soroa, la più grande collezione di orchidee di tutta Cuba.
Completata la visita e sgranchite per bene le gambe proseguiamo senza ulteriori soste per Viñales.
Usciamo dall’autostrada e ci troviamo a percorrere una bella via di campagna e, paesino dopo paesino, arriviamo finalmente al Mirador, dal quale ammiriamo la vista impagabile della Valle disseminata di palme, piantagioni di ogni genere (specialmente di tabacco) e mogotes, bizzarre formazioni rocciose, alcune alte fino a 400 mt, e ricoperte da una folta vegetazione.
Quando arriviamo nella nostra casa particular è ormai sera, quindi ci rilassiamo per qualche ora con una passeggiata prima di cena, e poi a letto presto: il giorno dopo ci aspetta una giornata impegnativa.
Sveglia alle 7 con una ricca colazione tipica cubana e subito dopo partenza per una meravigliosa escursione a piedi nella Valle.
In 4 ore attraversiamo con la nostra guida piantagioni di fagioli, tabacco, ananas, palme reali, ceibas (piante alte con tronchi enormi ritenute sacre), abitazioni di campesinos, galline, cavalli e maiali. Il nostro percorso ci porta fino alla casa di un coltivatore di tabacco che ci insegna tutti i segreti del suo mestiere.
Una pianta di tabacco arriva anche a un metro e mezzo di altezza e la qualità del sigaro dipende dalle foglie utilizzate: le più alte della pianta sono le migliori (sono quelle che si usano per la fabbricazione dei Cohiba, per intenderci), poi man mano che si scende diminuisce anche la qualità.
I coltivatori di tabacco cubani sono obbligati a dare il 90% della loro produzione allo stato e possono gestire autonomamente solo il 10%. Il processo di produzione artigianale dei sigari è molto diverso da quello industriale perché vengono utilizzati solo ed esclusivamente prodotti naturali sia durante l’essiccazione sia durante la fabbricazione.
…ma non vi voglio svelare di più!
Vi posso solo invitare ad andare a Viñales per scoprirlo con i vostri occhi, perché così avrà tutto un altro sapore!