Un paio di anni fa, complice una Pasqua caduta nel bel mezzo di Aprile, e con la mia costante necessità di impacchettare due cose e prendere un aereo per ovunque, mi trovo davanti un prezzaccio per Charleroi e cosa faccio? Beh, prenoto!
Tre giorni e due notti, con base a Bruxelles e un’auto a noleggio: cosa fare, quindi?
Il Belgio è un paese turisticamente sottovalutato e te ne rendi conto soltanto quando torni.
Di contro c’è che sia l’Ente per il Turismo della Vallonia che l’Ente del Turismo delle Fiandre, con sede a Milano e personale altamente qualificato e disponibilissimo, sono la fonte per eccellenza alla quale attingere per ricevere qualsiasi tipo di informazione e chicca legata a questo meraviglioso paese.
E’ bastata quindi una chiacchierata telefonica per dare un tema a questo piccolo viaggio: la Birra!
Non siamo sprovveduti da questo punto di vista: mio marito lavora nel settore delle bevande e… io ne bevo parecchia (e qui faccio outing: odio tutto ciò che è vino!), soprattutto scura o comunque corposa.
Senza nulla togliere a tutti gli altri paesi del mondo, il Belgio è il regno incontrastato della birra. C’è stato un momento, durante il nostro breve viaggio in Vallonia, in cui mi sono detta “mi sembra strano che non esca birra direttamente dai rubinetti di casa!”. In tre giorni ho avuto modo di testarne almeno una quindicina di tipi, una sciocchezza se si pensa che in tutto il Belgio si contano almeno mille tipi di birra diversi! Inoltre, qualche giorno fa la birra belga è stata ufficialmente dichiarata Patrimonio dell’Umanità Unesco (qui la notizia).
Ma torniamo al viaggio…
Arrivati a Charleroi e ritirata l’auto, ci dirigiamo a sud, verso Chimay, prima tappa del nostro personalissimo Beer Tour.
E’ ora di pranzo e l’Auberge de Poteaupré ha posto: ci sediamo al tavolo e ordiniamo les boulettes con la fonduta di formaggi locali e una degustazione dei quattro tipi di Chimay; ci facciamo anche portare una pinta a testa di Gold, all’epoca prodotta esclusivamente per l’Auberge… non potevamo iniziare meglio di così! La Chimay è una birra trappista prodotta dall’Abbaye Notre-Dame de Scourmont, alla quale dedichiamo una visita nel pomeriggio, con la ricetta secolare dei monaci cistercensi.
Voto 8, soprattutto alla gold che è qualcosa di sublime!
A Bruxelles alloggiamo in zona Rogier, a qualche centinaio di metri a piedi dalla Grand Place. Questa piazza è affascinante sia di giorno che di notte. La visitiamo prima e dopo cena ed è sempre piena di gente che entra ed esce dai numerosi locali che la circondano, oppure si sofferma semplicemente ad ammirarne lo splendore con una gauffre au chocolat o un cono di frites in mano.
Poco lontano dalla Grand Place c’è un localino, il Bia Mara, dove ci fermiamo a cenare. E’ gestito da italiani ma ce ne accorgiamo solo alla fine perché il francese, che pensavo di aver accantonato con l’esame di maturità nel lontano 1995, è uscito fuori con impeto e con risutati più che soddisfacenti! E’ piccolino, una ventina di posti a sedere all’interno e qualche tavolino all’aperto; prendiamo posto e ordiniamo… il pesce fritto migliore del mondo! Serviti in cassettine di legno, ci arrivano due tranci di merluzzo impanato nel panko e servito con patate fritte tagliate a mezzaluna accompagnate da salsa aioli. Ordiniamo la Jambe de Bois, prodotta da la Brasserie de la Seine. E’ una birra ambrata, fruttata e altamente alcolica (8 gradi!), ma va bene così perché siamo terribilmente stanchi e quei 100 metri per rientrare in hotel li facciamo in taxi!
Voto 7, una bella mazzata!
La lauta colazione del Crowne Plaza è l’ottimo inizio di questa seconda giornata di Beer Tour.
Puntiamo il navigatore in direzione Dinant e partiamo! Attraversiamo la campagna belga che in questo periodo esplode di verde e giallo (ho scoperto qualche settimana dopo che si trattava di fiori di colza) e pullula di mucche in ogni dove! La cittadina è splendida: lungo il fiume si affacciano la città vecchia su una sponda e la città nuova sull’altra; è la città natale di Monsieur Sax, inventore e costruttre dell’omonimo strumento musicale (se ne trovano diverse statue lungo uno dei ponti che attraversano il fiume). Saliamo alla citadelle con la teleferica e scorgiamo, al di là del fiume, la Maison Leffe, antico monastero riconvertito in museo interattivo. Al termine della visita ci aspetta la degustazione di quattro tipi diversi di Leffe. Mi innamoro follemente della brune, una doppio malto scura dal gusto leggermente dolciastro.
Voto 9
Nel pomeriggio ci dirigiamo verso Purnode, a pochi chilometri da Dinant, dove abbiamo prenotato una visita guidata della Brasserie du Bocq che fabbrica, tra le altre, una delle birre preferite da mio marito: la Blanche de Namur. Nello stesso stabilimento producono inoltre la Gauloise, la Saint Benoit, la Saison 1858, la Triple Moine e la Deugniet. A fine visita degustiamo una Blanche (lui) e io azzardo una Gauloise alla ciliegia…
Voto 5, per la Gauloise (praticamente una gazzosa alla ciliegia), e voto 9 per la Blanche de Namur.
Di rientro a Bruxelles, ceniamo da Nuetnigenough, un ristorante a pochi passi dalla Grand Place e dal Manneken Pis, che ha un’ottima lista di birre e che ci delizia con boulettes à la bière blanche e stoemp divini! Prendiamo due Stouterik, prodotte sempre da La Brasserie de la Seine, ed è come bere la Guinnes, quindi per me…
Voto 8
Non paghi, facciamo un salto al Poechenellekelder e qui toppiamo alla grande. Il locale è fantastico, ha millemila tipi di birre ma… come si fa ad andare via dal Belgio senza aver provato nemmeno una Lambic? Ordiniamo quindi una Mort Subite (kriek) e una Cantillon (gueuze) e… come cacchio fate a bere quella roba? E’ come bere un cocktail di sprite sgasata e aceto (la gueuze) o del succo di frutta acido (la kriek). Mai Più!
Voto N.C. (e mi tengo molto larga).
Prima del rilascio dell’auto a Charleroi, è lunedì di Pasqua e il parco subito fuori la città di Bruxelles è interamente transennato per permettere agli abitanti di sfruttarlo per scampagnate, pic nic, barbecue e quant’altro. Il navigatore in questi casi è utile come la sabbia nel letto, quindi come al solito, decidiamo di spegnerlo e di percorrere i km che ci separano dall’aeroporto alla cieca. Passiamo quindi attraverso i quartieri periferici della capitale e ci troviamo catapultati nell’Inghilterra di fine Ottocento: villette a schiera in stile vittoriano, back e front gardens molto ben curati e stradine stile Viale dei Ciliegi…
Ci fermiamo a visitare anche Waterloo e il suo sito storico dove Napoleone fu sconfitto dagli inglesi.
Morale della favola.
La birra perfetta esiste? Forse sì, forse no. Però in Belgio potete assaporarne migliaia di versioni, togliervi qualche soddisfazione e decidere quale sia la migliore!