E’ forse uno degli hashtag più utilizzati su Instagram quando si parla di cibo.
A volte viene inserito a sproposito, specie quando viene hashtaggato – per esempio – un piatto italiano cucinato da un koreano (o viceversa, sia chiaro!). Oggi conta ben 148.157.523 tag.
E’ #foodporn.
Nulla di vietato ai minori, è semplicemente un catalizzatore di foto di cibo, junk o gourmet, che stuzzica la voglia di mangiare.
Io lo utilizzo spesso quando pubblico le foto dei miei capolavori (!) culinari o quelli che mangio in giro per il mondo.
A New York ne ho abusato!
“Una città così multietnica non può che essere un paradiso del food” – questo era il mio pensiero prima di partire anche se, in realtà, lo è per quasi tutte le destinazioni che decido di visitare. Credo che non ci sia modo migliore per entrare in reale contatto con una cultura diversa se non quello di testarne la cucina.
Dimmi quel che mangi e ti dirò chi sei (Anthelme Brillat-Savarin) è la citazione perfetta per comprendere quello che sto cercando di spiegare. Certo, a New York non è semplicissimo trovare la vera cucina americana (che poi, quale sarebbe?), però degustare gli svariati piatti provenienti da tutto il mondo fa ben capire quanto questa città sia il non plus ultra del panorama gastronomico mondiale.
Puoi trovare di tutto. E non soffrirai mai la fame!
La mia bilancia, al rientro da New York, ha urlato vendetta.
Inizio col dire che non ci siamo fatti mancare nulla… il costo dei pasti a New York è considerevole, ma va messo “a bilancio” prima di partire per evitare sorprese. Abbiamo fatto un breve giro del mondo culinario e, qui di seguito, troverete foto e descrizioni di alcune prelibatezze ovviamente instagrammate e hashtaggate con #foodporn!








è porno o no, ‘sta roba?
p.s. la sera del mio compleanno, non sufficientemente sazi, siamo andati a cenare greco. Siamo malati di Grecia, ormai è cosa nota, e la cosa di testare la cucina greca fuori dai confini ci terrorizzava un po’. Invece siamo rimasti piacevolmente sorpresi dal ristorante SOUVLAKI GR (116 Stanton St.). Il motto del ristorante è “a little taste of Mykonos in the heart of NYC“… vuoi non andarci? Abbiamo mangiato la fava con la pita calda, il saganaki e il gyros, il tutto irrorato da due Fix. Il locale all’interno è davvero un angolo di Mykonos: i tavoli di ferro battuto e le sedie blu, il pavimento pitturato a calce e l’immancabile bouganvillea. Gran bell’esperienza!
Spendo qualche parola in più sul Chelsea Market: la vecchia fabbrica degli Oreo, riconvertita, è ora un melting pot di cucine provenienti da tutto il mondo. Ci sono ristoranti classici a tutti gli effetti, ti puoi sedere al tavolo ed ordinare, ci sono quelli meno convenzionali dove scegli il prodotto fresco e te lo fai cucinare sul momento… ma la cosa migliore è quella di perdersi tra i vari spot gastronomici. Puoi iniziare un pasto con tostadas messicane, passare ad un piatto di fumante pho vietnamita e chiudere in bellezza con crèpes francesi. Vi consiglio di andarci. A stomaco vuoto!