A Bali ogni villaggio ha più di un tempio. Si trovano templi lungo le pendici dei vulcani, nei laghi, sulle scogliere e sulle spiagge. Ogni abitazione balinese possiede uno spazio dedicato alle divinità, un suo piccolo tempio.
In questa perla indonesiana è impossibile non imbattersi in qualche cerimonia religiosa visitando i suoi templi o anche solo assistere al momento delle offerte, fatto di gesti lenti e preghiere. I balinesi infatti hanno un forte sentimento religioso, le cerimonie e i momenti dedicati alla preparazione delle offerte occupano gran parte della loro vita quotidiana.
La penisola di Bukit, che si trova nella punta sud occidentale di Bali, è famosa per il tempio di Pura Luhnur Uluwatu. La sua posizione è magica: arroccato in cima ad una scogliera di 70 metri a picco sul mare, le onde dell’Oceano Indiano si infrangono sulle rocce, e la sensazione di chi giunge qui è quella di trovarsi in un luogo mistico e affascinante. E’ dedicato a Rudra, il dio della tempesta, ed è oggetto di profonda venerazione per i balinesi, solo i fedeli infatti hanno la possibilità di accedere al suo interno.
Una di quelle tappe imprescindibili per i viaggiatori che giungono in quest’isola. Un posto autentico e mistico, non intaccato da negozietti turistici di souvenir a differenza di altre località dell’isola. E’ il tempio che più ho amato a Bali..
Si arriva ad Uluwatu percorrendo una lunga gradinata che costeggia la scogliera, immersa nel verde, popolata da macachi grigi, scimmiette furbe pronte a portare via borse, cappellini e occhiali in un attimo. Indossiamo il sarong legato in vita con una fusciacca e ci incamminiamo. Ed è lungo questa via che l’ho incontrata.
Ogni singola ruga del suo volto pareva avesse una storia o un aneddoto da raccontare, tra le mani tanti braccialetti colorati che cercava di mostrare ai passanti. Mi sarei seduta accanto a lei ad ascoltare i suoi racconti. Tramite la nostra guida le abbiamo chiesto quanti anni avesse. Non lo sapeva. Non aveva memoria della sua data di nascita, e non perché non se lo ricordasse ma perché semplicemente non lo sapeva. Una volta era lei ad intrecciare i braccialetti, ora non più per via della poca vista. Per questa vecchina il compleanno non era mai esistito.
Ecco perché amo viaggiare …
Il condizionamento culturale ed educativo al quale ci conformiamo quotidianamente, influisce sulle nostre scelte, crea convinzioni che spesso sono limitanti, per il nostro modo di vivere e di pensare. Viaggiando abbiamo la possibilità di aprirci alla conoscenza di mondi completamente differenti dal nostro, dove esistono regole e abitudini diverse. Viaggiare per crescere, acquisire nuove consapevolezze, imparare ad accettare i cambiamenti e a superare le difficoltà.
In fin dei conti …
“Se torni da un viaggio senza essere minimamente cambiato, è come se tu non fossi mai partito”. (cit.)