A Passo di Leopardo

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Ecco come un agente di viaggi arriva alle ferie… SUI GOMITI!

Vi chiederete perché visto che, nell’immaginario comune, pare sia il lavoro più bello del mondo.
Tranquilli tutti, ve lo spiego io… in quattro semplicissimi punti.

NON E’ IL LAVORO PIU’ BELLO DEL MONDO.

Proprio qualche notte fa mi sono alzata per andare in bagno e ho dato un’occhiata al cellulare, perennemente acceso e connesso ad internet, e zac! Un bel whatsapp di un cliente dall’altra parte del globo che aveva un piccolo problema, risolto peraltro in 20 minuti… sì, ma alle tre e trenta del mattino, in cucina, con la luce spenta e il pc portatile acceso sul tavolo dove da lì a breve avrei fatto colazione.

Venti minuti perché, contrariamente a quanto si possa pensare, per prenotare “alla veloce” una notte in hotel – in questo caso per un imprevisto – ho dovuto aprire la bellezza di almeno sei portali affinché trovassi la tariffa più bassa in assoluto alle condizioni (per il cliente) migliori in assoluto.

Ma questo è solo un esempio per il quale questo mestiere è bellissimo. Per gli altri.

NON BASTA SAPER VENDERE VIAGGI.

Quando ho iniziato a lavorare in agenzia viaggi, ventuno anni fa, ero una pivelletta timida, quasi timorosa di rapportarmi col cliente dal ” di qua” del bancone perché a vent’anni ero io che vendevo viaggi ai signori e alle signore grandi e il fatto che riponessero in me tutta la loro fiducia mi elettrizzava e mi dava quel carico di responsabilità che mi faceva sentire “grande”.

Adesso che di anni ne ho quarantuno suonati e sono sempre al di qua del bancone, mi trovo ad aver accumulato una discreta esperienza curricolare in psicologia ed economia domestica. E in AUTOCONTROLLO. In questa materia sono docente universitario.

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NON SIAMO FATTI DI PLASTICA.

Proprio ieri pomeriggio, a fronte di una disconnessione quasi totale del cervello, ho buttato via due lampadine appena acquistate e… sono scoppiata a piangere come una bambina. Grave eh? Diciamo anche che nella stessa mattinata di ieri, all’improvviso, il modem mi ha abbandonata e lavorare senza una connessione diventa un problema. Enorme, quando sei alla fine dell’alta stagione e hai accumulato una stanchezza tale che a volte non ti fa nemmeno prendere sonno.

E un problema su un altro problema, in un periodo come questo e nello stesso giorno, è fonte di crisi isteriche ingiustificate, o quasi. Dopo MESI che senti i problemi di tutti (che poi non ho ancora capito perché ce li confessino… state andando in vacanza eh, serve proprio per dimenticarli, i problemi!), e che tra l’altro non so per quale motivo ti trovi anche a risolverli, quando il problema è tuo… inizia il crollo.

E giù lacrime, almeno per me. Mi sfogo.

Come tutti gli esseri umani, anche noi agenti di viaggio abbiamo una vita, una famiglia, dei problemi. A volte quando ci mandate whatsapp mentre siete spaparanzati sul divano alle dieci di sera e ci chiedete un preventivo da fare l’indomani, noi, stupidi, leggiamo il messaggio mentre, per esempio, come è capitato a me poco tempo fa, ero al pronto soccorso; perché purtroppo o per fortuna non riusciamo a non dare un’occhiata al telefono… non si sa mai qualcuno potesse avere bisogno. E quel messaggio lì, beh, pesa un po’.

NON ANDIAMO IN FERIE (QUASI) MAI.

Chi ha un’agenzia monoconduzione è autorizzato a togliere il quasi.
Eh no perché io non posso considerare le mie ferie tali e quali a quelle di un qualsiasi altro essere umano. Io, quando vado in ferie, lavoro lo stesso. E lavoro in due modi ben distinti.

Il primo è la naturale conseguenza dell’avere gente in giro per il mondo anche durante il mio periodo di vacanza, per cui cellulare per le emergenze sempre acceso, situazione voli, hotel, servizi accessori e quant’altro aggiornatissima (sempre sia lodato l’inventore del cloud) e un occhio alle email dalle tre alle cinque volte all’ora perché non si sa mai.

Il secondo invece è il provare, e sottolineo PROVARE, a non far uscire MAI dalla bocca la risposta “sono agente di viaggi” alla domanda “che lavoro fai?” posta dal/la tizio/a vicino di ombrellone e con cui scambi due chiacchiere per passare il tempo.

ERRORE MADORNALE!!!

Da quel momento in poi sei morto. La tua agenzia, lontana millemila chilometri dal tuo lettino, ti piomba improvvisamente davanti e tu, in quel momento, la devi aprire perché lui (o lei) ti sta già chiedendo se ha pagato la cifra giusta per essere lì in quel posto in quel preciso istante, se gli puoi dire se domattina c’è la tale escursione, se sai come può portarsi una damigiana di liquore locale nel bagaglio a mano in barba ad ogni legge ed altre amenità varie… Si congederà da te chiedendoti il biglietto da visita e “minacciandoti” che le prossime vacanze le prenoterà da te. Seh.

Ed eccomi qui, oggi, ad una settimana di distanza dal mio personale traguardo, a scrivere questo post malinconico e pregno di autocommiserazione che significa cosa?

Niente.

Buone ferie colleghi e colleghi, anche l’estate 2017 è archiviata, nonostante terremoti, attentati ed una dose massiccia di ansia!

 

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Sabrina Bolloni

Sabrina Bolloni

Agente di viaggio da oltre 20 anni. Ama la musica indie-rock, la cucina etnica e la birra scura. Scatta foto per passione ma con risultati scarsi. Viaggia perché non ha ancora trovato il suo posto nel mondo. Lo stadio, però, è casa sua.