A Dubai non vado: è finta!

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Il prossimo che se ne esce con: “Non vado a Dubai, è finta!” me lo mangio a colazione. Con un paio di datteri e un bicchiere di latte di cammella.

Dubai è un inno all’ingegno umano. E’ fatto di voci calde, che escono dalla pancia. Ognuna canta nella sua lingua, ma tutte si capiscono.

Dubai è IL POSSIBILE, e forse anche di più.

Ogni volta che si mette piede qui, si incontra una città nuova. Cresciuta, come una bambina divenuta ormai adolescente. “Caspita, come sei cambiata!” ti viene da dire. I tratti somatici chiave li riconosci, le tue certezze ce le hai, ma quel volto ormai arricchito di dettagli adulti ti lascia senza fiato. Ed ogni singola volta è così. Si torna indietro, per sentirsi catapultati cento anni avanti.

E’ entrare in un film di fantascienza, in quello con i treni a levitazione magnetica e le auto volanti. E ci scommetto: per l’EXPO 2020 sicuramente dal cilindro salterà fuori qualcosa del genere!

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Dubai è i suoi grattacieli che bucano le nuvole, è la fiducia totale nelle capacità dell’umanità. Qui sono sbocciate incredibili realizzazioni architettoniche che in altri Paesi non hanno avuto l’ardire di lasciare il tavolo degli architetti.

Solo qui si trovano torri che superano il chilometro d’altezza (The Tower è in arrivo!) ed installazioni che rasentano l’assurdo come l’ormai iconico The Frame – letteralmente, una cornice dorata che scintilla al sole degli Emirati e sulla quale è possibile passeggiare e guardare attraverso il pavimento trasparente (se ne hai il coraggio!).

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I suoi hotel sono una meraviglia d’opulenza, ma straordinari lo sono anche alla vista. Parliamo dell’Atlantis o di uno dei simboli della città, il Burj-al Arab.

Quest’ultimo, se fotografato dal più tradizionale distretto di Bur Dubai, crea un effetto inverosimile: vecchio e nuovo si scontrano, le tradizionali case stile arabo e le scintillanti vetrate della Vela si oppongono, creando un binomio che è davvero una visione unica!

Seriamente, vi siete mai fermati a pensare a Palm Islands? E’ un capolavoro totale. Aziende specializzate in dragaggio e recupero di terra dal mare hanno dato il loro meglio per ben tre volte, visto che le palme sono per l’appunto tre (è in arrivo quella di Deira!).

Palm Jumeirah, la più incredibile, con la sua chioma da 17 rami, è lunga e larga 5 km. Non solo deliri d’onnipotenza architettonica, ma anche pratica utilità: in questa maniera si è incrementato di ben 56 km lo sviluppo costiero di Dubai!

Si parla di oltre 4.000 alloggi e… il già citato hotel Atlantis, sette stelle vantate, collegato alla terraferma tramite la famosa Monorotaia Palm Jumeirah.

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Photo credit: nicocrisafulli on Visualhunt / CC BY

La seconda palma, Jebel Ali, se vista dall’alto consente di leggere una poesia di 84 lettere. Queste sono infatti delineate dagli edifici sull’acqua:

Prendi la saggezza dal saggio
Ci vuole un uomo sagace per scrivere sull’acqua
Non tutti quelli che cavalcano un cavallo sono dei fantini
I grandi uomini si alzano per più grandi sfide

Superbo acume, certo. Ma a giusta ragione, oserei aggiungere.

Insomma, un viaggio a Dubai è certezza, ottimismo, fede. In ciò che l’uomo è capace di fare, nelle sue potenzialità infinite. E, per assurdo, Dubai ti rende parte di qualcosa di collettivo, di cui fai parte anche tu. Perché sì, dell’umanità sei parte integrante.

E ti senti fiducioso, positivo. Dubai è il domani.

Diffidenti ricredetevi. Perché – sul serio – non sapete cosa vi perdete!

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Laura Maisano

Laura Maisano

Spericolata viaggiatrice, prima che agente di viaggio. Maggiolina, occhi blu. Capricciosa, amante del vino, creativa ed entusiasta di tutto. Per lei se un viaggio non è un'avventura, allora non vale la pena partire. laura.maisano@myboardingpass.it